giovedì 19 dicembre 2013

lampedusa




Come tutti gli italiani, ho visto le immagini delle “disinfezioni” contro la scabbia operate sugli immigranti di Lampedusa da parte dei responsabili della Cooperativa rossa che gestisce il centro di accoglienza.  Queste immagini mi hanno immediatamente rammentato Abu Ghraib e le “docce” naziste nei campi di sterminio.  Roba da incubo accaduta in questo Paese per mano di coloro che si ritengono unici depositari dell’etica, della moralità e della solidarietà. 

La cosa che mi colpisce è il grande divario tra il dire politicamente corretto e il non fare umanamente deleterio, per non dire orribile.  Ma, niente di strano:  siamo la patria di un formalismo di maniera che non costa nulla, giacché rare volte si traduce in azioni concrete e sostanziali.  Non solo in campo umanitario, ma anche ambientale, ma anche sociale, ma anche carcerario, ma anche politico.  Troppo difficile -  data l’indolenza e il menefreghismo imperante di coloro che gestiscono queste cose - darsi la pena di andare in fondo ai problemi e trovarvi rimedio.  Troppo faticoso.  Lampedusa ne è la prova lampante (scusate il gioco di parole), e non da oggi.  Abbiamo pianto misera sempre, dicendo “guardate com’è brava l’Italia ad accogliere i poveracci di tutto il mondo.  Facciamo tutto da soli, nessuno ci aiuta, né l’ONU, né la UE….”

E adesso , dopo la “disinfezione” gridiamo tutti:  che figura! Che figura! (soprattutto agli occhi degli stranieri).  Ed è l’unica cosa che ci preme, propria per via di quel formalismo di cui si diceva sopra.  Ci saranno domande al Parlamento, indagini della polizia e della magistratura.  A breve il problema verrà risposto in un cassetto e dimenticato.  E’ sempre stato così per Lampedusa, per le carcere italiane, per le scuole che franano, per Pompei che minaccia di scomparire, per il territorio devastato. 

Ma forse no.  Forse questa volte no.  I soldi a Lampedusa ce li ha messo la UE, chissà quanti.  E seppure è mancato da parte sua un controllo assiduo - e doveroso giacché si tratta dell’Italia - ora vorrà fare i conti e a ragione.  Quei soldi potevano essere spesi meglio altrove. 

Ci ritroveremo soli per davvero.  E forse impareremo a vivere.


giovedì 12 dicembre 2013

comportamenti abnormi



Lo dice Grillo sul Presidente Napolitano.  Vede la pagliuzza nell’occhio del Presidente che ha dovuto agire in modo improprio, in una situazione impropria del Paese e della politica.  Grillo non vede certo il palo nell’occhio suo.  Si è lanciato in mare aperto contro tutti e i suoi, sì, che sono atteggiamenti impropri e offensivi, non solo nei confronti di Napolitano, ma anche della democrazia e della gente d’Italia.  Grillo segue una deriva totalitaria che fa paura, anche se neanche se ne accorge,  perché è culturalmente impreparato.  Il Paese è  in una situazione caotica e adesso anche pericolosa, nessuno fa bene a gettare olio sul fuoco, né lui né Berlusconi con le sue dichiarazione di oggi: “Se  mi arrestano, sarà la rivoluzione." Niente meno.  Neanche i Forconi, che hanno tutte le ragioni, ma che si lasciano infiltrare da elementi pericolosi.
La situazione è abnorme in Italia:  il Parlamento, dopo la sentenza della Consulta, è illegittimo, così come il Governo e i governi che lo hanno preceduto, così come il Presidente della Repubblica, due volte eletto da quelle Camere.  Tutto illegittimo – si poteva svegliare 8 anni fa la Consulta e evitare tutto ciò.  Adesso ci tocca fare con quello che abbiamo, Napolitano per primo. La gente è sgomenta, oltre che disastrata. Non è tempo di irresponsibilità .
Speriamo in Renzi che ha sempre saputo prendere rischi, mettersi in causa, a differenza della classe politica oggi ancora esistente, attaccata ai suoi privilegi come non mai.