Niente è apparso più
ridicolo e più disdicevole nelle azioni del governo Monti come la vicenda dei
due marò italiani, soldati ineccepibili che hanno sempre ubbidito agli
ordini: Tornate per Natale,
ritornate là , tornate per le votazione, restate qui (gesto di timidi che, d’un
tratto, hanno preso il coraggio a due mani in modo aggressivo), poi repentinamente no, tornate là… Gli indiani hanno detto che non
rischiate la pena di morte, hanno dato garanzie. Non è vero niente, non hanno dato alcuna garanzia. E seppure fosse vero: la pena di morte no, magari l’ergastolo
(possibile), oppure 30 anni (probabile).
E se poi dessero loro solo dieci anni, il governo Monti si
compiacerebbe: questi indiani sono
proprio bravi, solo dieci anni… In
un carcere indiano, rendo l’idea?
Dieci anni per aver difeso
la nave in acque internazionali infestate da pirati (i quali non ce l’hanno
scritto in fronte di essere pirati).
Bella ricompensa. Oggi sono
prigionieri nell’ambasciata italiana, extraterritoriale, insieme all’ambasciatore,
ostaggio dell’India. Cose mai
viste…
Bé, Monti ha sempre
dimostrato di essere il primo della classe quanto a regolamenti nazionali e
UE. Compassato, sicuro di sé. Ma è sempre stato un semplice valletto
al servizio non dell’Italia, ma della UE.
Quella sua boria di uomo prescelto, però , si è dissolto nel ridicolo
dei suoi risultati elettorali (e chi se ne frega), ma ora in questa
tragedia. Potrà andare a
raccontarla in parlamento, ma i fatti parlano chiaro. I suoi atti sono degni degli “ignavi” di Dante e oggi pesano
come una pietra tombale sul suo inutile e dannoso governo. Nessun italiano
potrà perdonare la vicenda dei marò, comunque finisca, e non finirà
necessariamente bene.
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