La liberazione delle due
ragazze italiane prigioniere in Siria
Sono felice per loro ma, in
qualità di contribuente, ho alcune cose da dire:
Capisco che queste due
ragazze abbiano voluto fare del bene, ma lo potevano fare a casa, senza andare
così lontano. E in modo sprovveduto,
in un paese così a rischio dove, peraltro, grazie all’Islam, le donne sono considerate esseri inferiori
e quindi spendibili.
Naturalmente ISIS che ha un
grande senso dei propri interessi ha capito bene il vantaggio che poteva trarre
da questa situazione e, con molto giudizio, l’ha trascinata nel tempo fino a
farla diventare insopportabile per il governo italiano.
Il governo italiano ha
ceduto pagando un riscatto di 12 milioni di Euro (o dollari che siano). Questo, nel nostro Paese, dove l’essenziale per vivere manca
a molti pensionati, molti disoccupati, molti ammalati gravi che non ricevono le
cure essenziali per mancanza di strutture sanitarie adeguate. Questo riscatto è non solo
incomprensibile ma anche imperdonabile.
Perché è un riscatto, perché è un atto di sudditanza politica del
governo italiano all’ISIS, struttura terroristica fuorilegge in tutto il mondo
e ben nota per i suoi metodi assassini.
C’è da sperare che non ci
saranno più bravi volontari per la Siria e per altre zone a rischio della
stessa risma. Che non ci sarà più
bisogno di riscatti milionari
provenienti dalle tasche dei contribuenti. Che il governo ammonirà una volta per tutte chiunque abbia
di queste buone intenzioni che sarà solo nelle sue magnifiche imprese e che
dovrà badare a se stesso.
Per ora, i membri del
governo e della stampa continuano nelle loro giubilanti dichiarazioni di
vittoria, davanti a telecamere e giornaliste.
Svegliamoci….
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