Sono stata all’inaugurazione della mostra su Cavour al palazzo della Regione Piemonte a Roma ieri sera, 18 gennaio 2010. Bella, semplice, e dedicata soprattutto, mi sembra, a coloro che non trovano tempo di approfondire ma vogliono sapere. In pochi minuti, ben spesi se spesi con attenzione, si possono fare un’idea di questa personalità di assoluta unicità nell’Italia contemporanea. Non abbastanza riconosciuta nella sua grandezza di vero liberale e di vera modernità. Colpisce il contrasto della sua opera riformatrice in campo politico ed economico con i tempi che corrono. Colpisce in segno negativo se si pensa che sono trascorsi duecento anni dalla sua nascita, e cento cinquant’anni dalla sua morte, ampio intervallo per riflettere sulla sua opera e, magari, prenderla come esempio. Non è successo. Come mai?
Un'altra riflessione che è, allo stesso tempo, un ringraziamento: la mostra è stata inaugurata dal Presidente della Repubblica e illustrata da diverse personalità regionali e accademiche. Devo, però, rilevare che questa mostra non è opera loro, bensì del lavoro certosino dei miei amici Gino e Wilma Anchisi e della loro schiera di amici dell’Associazione “Amici di Cavour” di Santena, tutti appassionati di Cavour e rigorosamente volontari. Se Cavour verrà ricordato, come giusto che lo sia, nella prossime manifestazioni per l’Unità d’Italia, bisognerà dare atto a questi amici dei loro sforzi in questi ultimi dieci anni, svolti con grande modestia. Il loro lavoro deve essere riconosciuto come un grande contributo ad una autentica cultura liberale in questo Paese.
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