Berlusconi non è abituato
a tenere conto dell’immagine che proietta. Se lo facesse, forse si accorgerebbe del giudizio che si
merita oggi, a parte le Ruby del caso, aspetto decisamente minore rispetto ai
problemi più gravi. E’ uno che si
è rimesso in gioco per via del decreto contro l’impossibilità di eleggere un condannato, decreto il cui successo è molto ipotetico per adesso, seppure
potenzialmente minaccioso. E’ uno
che pensa di giocare sull’incapacità del governo tecnico di Monti, arroccato
com’è su cifre e grafici, di toccare la realtà terra a terra di questo
paese. Berlusconi si giova anche
dell’incapacità dei sindacati di capire che senza l’impresa non esiste lavoro -
muore l’impresa, muore anche il lavoro, questo appare ovvio oggi. Non ha tutti
torti, lui che sembrava aver realizzato molte cose. Ma tutto ciò che ha fatto, l’ha fatto in modo plateale e
mediatico, piuttosto che con realismo, offuscando, ignorando nella confusione, i
problemi reali e la necessità impellente di risolverli. I risultati sono stati scarsi, per non
dire virtuali. Non ha in alcun
modo lottato contro il corporativismo che è il male reale di questo Paese e
tantomeno contro il cinismo della
politica e degli affari, teso unicamente al secondo fine di ciascuno, mai al
servizio del Paese. Tutto questo,
Berlusconi non lo vede neanche, forse non ne ha mai avuto coscienza, preso
com’era a difendere i propri interessi, come tutti. Questione di cultura (che non c’è), nient’altro. Non capisce
quindi quanto ha contribuito alla devastazione di questo Paese. E senza battere ciglio, si
ri-propone agli elettori come se non fosse successo nulla.
Stasera, siamo confrontati
all’ipotesi di una crisi di governo e molto di più, a un baratro sotto i nostri
piedi: Berlusconi da una parte, ahimé, che senza pensarci due volte, fa
precipitare la situazione;
dall’altra Bersani e la sua armata Brancaleone di cui conosciamo le
prodezze. E una classe politica
neanche lontanamente in grado di affrontare i problemi istituzionali, economici
e sociali del Paese, troppo
vecchia, troppo impreparata, troppo
vanitosa e ingorda- una palude vera e propria in cui Berlusconi ha sguazzato
felicemente per anni e spera di sguazzare ancora.
Povero Alfano. Si trova nella situazione poco
invidiabile di difendere – molto lealmente e a torto – un capo improbabile.
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