Ogni tanti decenni -
chissà perché - c’è qualcuno – chissà chi – che butta un sasso o meglio, un
masso nella grande palude in cui si dibattono gli uomini da quando la
storia è storia. I cerchi sono grandi all’inizio e ci
vuole del tempo perché si ristringano e, quando arrivano al focolaio centrale, è
guerra. Così sono cominciate le guerre del XX secolo, preparate da lontani, quasi insensibili, segni premonitori.
Il XX secolo è ricco di esempi degli orrori che produce la guerra, sono lì a disposizione di chiunque, tra i più brutti della
storia dell’umanità: la Shoah,
piuttosto che Hiroshima e Nagasaki, piuttosto che My Lai, Pol Pot, Halabja,
Sbrenica, 9/11, e i massacri in
Africa e altrove. Oggi la Siria, con la foto su tutti i quotidiani
mondiali, di un neonato in mezzo
ai tanti corpi delle vittime dell’attacco chimico. Spine non rimovibili nel cuore. Fotografie che rimangono scolpite nella mente per sempre. Si potevano evitare o fanno parte della
natura connaturata dell’uomo? Della sue specie unica?
E’ una domanda che chiede
una risposta. Non è di natura
etica, piuttosto di sopravvivenza bell’e buona su questo nostro pianeta
sublunare, pieno di armi, di tecnologie e di interessi contrastanti di tutti tipi. La risposta non la possono dare i
tiepidi rappresentanti dell’Occidente e tanto meno gli arrabbiati del mondo
islamico dove la cultura della morte è diventata prevalente. Il cancro si estende a vista ormai, per ignavia da una parte, per
fanatismo dall’altra. Dov’è la
soluzione?
Essendo di formazione
storica, sono stata sempre pragmatica.
Ho sempre pensato che la Storia è un tessuto di tragedie e che le guerre
finiscono per esaurimento, con vincenti e perdenti, non necessariamente dalla
parte del giusto, né gli uni né gli altri. Ma – da stupida – mi sono sempre chiesta se gli uomini
non possano mettere da parte la loro volontà di potere – economico,
finanziario, religioso o quant’altro – e ragionare, semplicemente
ragionare. Forse, bisogna dirlo, sono
smentita dal fatto che l’Occidente, pur avendo fatto enormi progressi in questo
senso, non ha fatto scuola. Ha decolonizzato a enormi spese, ma non è bastato
per la pacificazione. Il problema
anche in Occidente si è fatto più perverso e invasivo, e ha inquinato le sue
tradizioni e il suo tessuto sociale, così come i suoi invadenti costumi non hanno fatto altro che infiammare le tradizioni specifiche - traviandole - del suo avversario
principale che è l’Islam.
Scontri inevitabili.
Pare di sì, a questo punto. Scontri di civiltà? Mah... Sicuramente scontri di cultura, ma neanche questo è una ragione sufficiente. Oggi, ho avuto l'impressione che siamo
arrivati al focolaio centrale dei centri concentrici dove comincia la
guerra. Fa paura.
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