Per il comune cittadino
italiano, è cinese la questione del finanziamento ai partiti, dell’IVA a 22% ,
dell’IMU , la storia dell’Alitalia e della Telecom, la mancanza di intervento
sulla spesa pubblica dove ci sarebbe tanto da tagliare, la mancanza di ogni
iniziativa fiscale a favore del lavoro, specie dei giovani, il mancato rimborso
da parte del pubblico del suo debito verso le aziende che aspettano da tempo,
da molto tempo di essere pagate per lavori e servizi che hanno effettivamente
dato. Di una politica fiscale che penalizza i più poveri, i pensionati, tanto
per dire . Insomma di una politica di rilancio del
Paese.
Il comune cittadino non
capisce. Ma il comune cittadino è
fuori dal cerchio magico del governo, dell’amministrazione pubblica, delle
consulenze e delle pensioni d’oro, delle rigide regole della UE e ancora di più
dalle intricate necessità dei partiti.
Non ha le stesse priorità, il comune cittadino. Non capisce che il
governo metta la marcia in avanti e subito dopo indietro, su questioni
essenziali, palesemente essenziali, che i partiti mettano avanti le loro beghe
interne avanti all’interesse del
Paese.
Quando non si capisce il
cinese, non si capisce nulla. E’
semplice così.
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