Nel Novecento sono stati spazzati via i grandi Imperi. Per diversi motivi e diverse
concomitanze. Esempi: l’impero
Austro-Ungarico per il sorgere della potenza prussiana, e dei nazionalismi
est-europei. l’Impero ottomano per
l’ingordigia coloniale della Gran Bretagna, della Germania e della Francia.
Questi due Imperi avevano un tessuto socio-politico pluri-secolare e molto delicato che,
tutto sommato, nel corso della storia, aveva retto bene, tranne forse all’invecchiamento. La scomparsa di entrambi è stata la
premessa della prima e della seconda guerra mondiale. E, nel caso dell’Impero
ottomano, una delle conseguenze più deleterie è stata, con l’incancrenirsi di
decisioni sbagliate a livello internazionale e di vecchie ferite, l’insorgenza
di una forma di islam radicale che sfrutta l’infelicità delle molte nazioni
incompiute, sorte dalle ceneri dell’Impero turco. Una lezione che pare non
essere stata capita fino in fondo.
Ultima in data, la fine per implosione dell’Impero sovietico,
da tutti (anche da me) accolta con esultanza, ha modificato profondamente
la geopolitica europea. E’
nata così la Russia e tutto un
polvere di stelle vaganti nell’Europa orientale. Oggi, l’Occidente appoggia le stelle vaganti in nome della
democrazia e, sulla questione ucraina, contesta la Russia, la quale, almeno da
Pietro il Grande in poi, è diventata parte integrante della storia europea, nel
bene e nel male. La Russia fa parte del tessuto europeo, dell’economia
europea senza ombra di dubbio . Non la si può marginalizzare,
non la si deve spaventare accogliendo nella NATO le nazioni vicini, escludendo lei, in uno
schema deterrente inutile e pericolosissimo, e neanche con sanzioni ingiuste e
provocatorie che la isolano e la costringono a una politica irragionevole. Occorre, in tutti
modi, spingerla a un'attitudine saggia e compiuta verso i suoi vicini,
federazione o quant’altro, aggregando, piuttosto che disgregando.
Non possiamo fare a meno della Russia. Sarebbe un riproporre gli errori del
passato, dettata da un’etica politica impotente, piuttosto che da un senso di
pragmatismo utile a tutti.
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