domenica 19 settembre 2010

Rom sì, Rom no


Io non ho niente contro gli ebrei , ho molti amici ebrei, però…  Non ho niente contro i  Rom (non ho nessuno amico Rom, ma questo è un dettaglio), però… Spesso il discorso comincia così.  Semplice opinione oppure l’inizio della discriminazione?  Nei normali rapporti umani, si ha il diritto di avere simpatie o antipatie, anche istintive, ma sempre e solo verso i singoli,  non verso stereotipi, altrimenti si cade nel  pregiudizio. 

I Rom sono di tutto un po’,  bravi, cattivi come lo sono tutti gli uomini della Terra. Non si può dare un giudizio definitivo di colpevolezza o d’innocenza sulla base dell’etnia, della razza ecc. , decidendo che l’una e/o l’altra va considerata minoranza da proteggere,  o come minoranza invasiva da espellere.  Meglio pesare ciascuno per il peso che ha, a qualsiasi etnia, razza o religione  appartenga, dargli torto o ragione per quello che fa, senza impacchettarlo in qualche categoria mentale e/o politica che fa scomparire gli individui nelle statistiche.  Qualcuno diceva in questi giorni:  70% dei Rom sono brava gente, ben integrata, lavoratrice.  Qualcun altro: 70% dei Rom sono disadattati e delinquenti.  Giudizi per forza condizionati dal conformismo di appartenenza di chi li  emette, arbitrari per definizione, in negativo e in positivo, anche se provengono dalla globale vox populi,  e peggio ancora se confluiscono alla rinfusa nelle decisioni politiche.  L’unico atteggiamento corretto è di considerare tutti uguali, sotto le leggi dello Stato in cui risiedono e delle quali devono per forza avere rispetto.   Nella fattispecie, gli Stati nazionali della UE.
La UE ha avviato una procedura d’infrazione super veloce contro la Francia e questo sembra abbastanza incredibile, se si considera che:
1)  La Romania non è mai stata richiamata all’ordine per il trattamento discriminatorio riservato ai suoi cittadini Rom.    Li considera come una vergogna per l’immagine del Paese.  Lo dicono gli stessi ROM che emigrano in massa verso altri paesi europei alla ricerca di un futuro migliore.  Il governo rumeno riesce così a scaricare questi cittadini dimezzati e indesiderati in altri paesi d’Europa.  E probabilmente non li rivuole indietro. 
2)  Sarko non ha preso di mira un’etnia e i fatti lo dimostrano. La popolazione Rom in Francia è di circa 450.000 persone, 400.000 delle quali inseriti e di nazionalità francese, 12.000 delle quali risiedevano in campi illegali, insalubri e difficilmente controllabili.  L’anno scorso 10.000 di loro sono stati rimpatriate, quest’anno, dopo i fatti di Saint’Aignan, il restante.    Non appare, questo, un cattivo curriculum in materia di accoglienza e d’integrazione.
3) Il rimpatrio avviene nel rispetto delle direttive di Bruxelles, per quanto ne dica la signora Reding.  Basta leggere con attenzione queste direttive su Internet per capirlo.  E qui si arriva al punto dolente:
4) Molti eccellenti propositi da parte della UE e molti grandi principi in materia di libera circolazione, integrazione, diritto d’asilo, protezione dei deboli.  In gran parte, allo stato attuale, sono un puzzle  di “progetti” di cui mancano molte tessere e di cui non si conosce la data di completamento - Bruxelles è una grande fucina burocratica e, fra varie commissioni, sotto-commissioni, ci metterà il giusto tempo. Per ora e in concreto restano di difficile applicazione gli eccellenti propositi e i grandi principi.  I singoli Stati devono barcamenarsi tra la capra (la buona condotta europea)  e il cavolo (la procedura d’infrazione), senza mezzi intermedi che consenta loro di fare fronte ai problemi reali.    La realtà è sotto gli occhi di tutti.   Diamo un taglio alle chiacchiere mediatiche.

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