Dicono che Sakineh morirà lapidata venerdì al crepuscolo, al termine del mese di Ramazan. Con lei morirà l'Iran di vergogna oltre che di dolore, vergogna per quello che è diventato con il regime islamico, dolore per la lapidazione, la più brutta forma di morte, come il rogo degli anni bui della cristianità, un infierire di tutti contro i singoli.
Sakineh, donna comune, donna qualunque, con ogni probabilità innocente, trasformata in mostro mediatico da un regime senza freni, ormai accelerato su un pendìo di distruzione, pronto a tutto contro tutti. Non riconosco più questo paese come il mio. Non posso più neanche ricordare la sua incredibile bellezza. Vedo solo una grande barra dove è sepolto un intero popolo.
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