La rivista Panorama è indagata per aver infranto il segreto istruttorio nel caso Marcegaglia. Caso gravissimo che causa una grande levata di scudi. Perché si tratta di Panorama? La domanda è lecita.
La cosa curiosa è che nessuno, proprio nessuno, rileva che il segreto istruttorio, da quindici anni a questa parte, è stato e continua a essere infranto giornalmente. Persino i verbali di Avetrana, di una storia senza alcun connotato politico, si riversano tali e quali e quotidianamente nei giornali. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, ciò avviene per danneggiare un avversario politico, o meglio dire l’Avversario per eccellenza. Nessuno, in nessuna procura, ha mai indagato per sapere chi sono le fonti e come sono ricompensate. Non sono mai state scoperte e tanto meno punite.
La deontologia è scomparsa dalla faccia della Terra, almeno in Italia. Si ha ancora l’incredibile pretesa di chiedere agli italiani di aver fiducia, di dire agli italiani che devono continuare a sentirsi protetti e garantiti in questo quadro ambientale.
Naturalmente, vi sono molti magistrati il cui lavoro si svolge nell’ombra e senza fanfaronate. L’altra sera, sul programma di Fazio, è stato intervistato il procuratore di Reggio Calabria, Pignatone. Uno che lavora in prima linea. Uomo equilibrato, misurato, riflessivo, che conosce il suo territorio a fondo e combatte una battaglia disperata. Quanti ce ne sono come lui? Penso che siano più di quanto non appaiano, proprio perché non appaiono. Non sono interessati all’esposizione mediatica, non chiedono di diventare eroi. Hanno troppo da fare. Ai loro subordinati hanno saputo inculcare la cultura dell’impegno e della professionalità piuttosto che dell’ideologia. Questo è confortante ma non è sufficiente. Perché la cultura dilagante è ormai un’altra, esattamente agli antipodi, troppo seducente per non essere abbracciata dai più. E finisce per vincere.
Roba che fa paura.
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