Sakineh non lo sa, ma domani sarà impiccata non per le sue presunte colpe - presunte, dico, perché si sa che sono imbastite dal regime e ogni giorno arricchite di nuove prove inventate o ottenute con mezzi disumani. Morirà, questa povera donna, perché il Regime iraniano deve vincere il suo braccio di ferro con l’Occidente. La Repubblica Islamica deve dimostrare di essere impermeabile a ogni pressione, di poter fare comunque quello che ritiene consono alla sua dignità e indipendenza politica e ai dettami dell’Islam, con qualunque mezzo. Continuerà nell’attività di repressione contro ogni dissenso, continuerà a preparare bombe nucleari da usare contro i suoi nemici. Sakineh, non lo sa, non può saperlo, ma è solo un pretesto e, in quanto tale, è giustamente spendibile. Non è di sicuro un caso umano dal punto di vista del Regime. Ma neanche gli uomini del Regime sanno che gli errori si pagano, grande giudice è sempre la Storia che di tragedie se ne intende.
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