Non è un sudoku
Non si può andare a tentativi, cambiando i numeri qua e là per fare tornare le righe e le colonne. Intanto, perché così non tornano mai. Chiunque fa i sudoku lo sa. Non si può mettere a casaccio un tanto
percento in più sulle accise o sul prezzo benzina o sull’IVA, un tanto di IMU
in più sulla prima, la seconda, la terza casa (quanto, non lo sa ancora
nessuno). Ci sono dei parametri
inamovibili: il debito, il PIL, la
recessione, la disoccupazione, e più in generale il disorientamento, la povertà,
la disperazione dilagante. Sono la
conseguenza, non dell’incapacità e della voracità delle aziende, non della
disonestà generalizzata dei contribuenti, bensì del fatto che la classe
politica (in disarmo), la burocrazia (ridondante e dilagante), e il governo
tecnico ( a questo punto inutile) si accaniscono a giocare a questo sudoku
infernale, senza riuscire a infilare a diritto le righe e le colonne. Così i
conti non torneranno mai e le tasse continueranno ad aumentare. Non c’è un sistema migliore di
governare un Paese?
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