Riparte il nucleare in Giappone?
Almeno in minima parte,
con la riaccensione di due reattori.
Pare che il Paese abbia superato la paura di Fukushima, per la troppa
necessità che ha di energia nucleare.
Ma questa decisione è, lo stesso, incredibile.
Ciò che Fukushima ha dimostrato
in modo plateale non è la pericolosità del nucleare di per sé. E’ piuttosto l’inabilità dell’uomo a
prevedere tutte le variabili di
pericolo che si possono presentare, in un immenso e imponderabile panorama di
circostanze; e trovare e praticare correttamente le infinite soluzioni
tecnologiche che questo implica, sia nella costruzione delle centrali sia nella
loro costante manutenzione.
L'energia nucleare potrebbe diventare la salvezza del pianeta se l’uomo
riesce in questo tour de force.
Poco probabile: l’uomo non è né perfetto né onnipotente, anche se tenta
di esserlo. Questo è un primo
motivo per cui il nucleare, che ha
in sé grande potenziale, può causare devastazioni, come dimostrato a Fukushima, e prima
ancora a Tchernobyl. E’ vero per
il Giappone, Paese sismico per eccellenza e storicamente soggetto agli tsunami, dove la tragedia di
Fukushima si spiega appunto con l’imprudenza delle scelte e gli errori di
esecuzione. Ma vale per qualsiasi paese dove si è
creato una grande dipendenza verso il nucleare, ivi compresa la Francia,
malgrado tutte le precauzioni
messe in atto. Il secondo motivo sta nel fatto che essuna scelta è
garantita a priori, nel costruire una centrale, semplicemente perché è una
tecnologia che resterà sempre sperimentale. Per quante tappe si
siano superate, ce ne sono sempre altre e altre ancora, e la sicurezza perfetta
viene sempre rimandata avanti nel futuro.
Potrebbe essere irraggiungibile.
La cosa da non dimenticare è questa: gli errori si riversano su cavie che sono, in questo caso, innumerevoli. La motivazione economica giustifica
questo? Fukushima, con l’ampiezza
del disastro, sembrerebbe smentirlo.
Per parte mia, ho sempre
pensato che l’energia nucleare fosse una soluzione utile e attraente, anche
perché le rassicurazioni erano innumerevoli, difficili da valutare per un
profano, e nel complesso corroborate da risultati accettabili. Dopo Fukushima, tutto è stato rimesso
in questione. Ma, ripeto , non c’è
da condannare il nucleare di per sé, bensì la scarsa possibilità di raggiungere
risultati definitivi. Questo deve
far riflettere. Ed è strano che il
Giappone che è stato vittima prima e unica dell’uso improprio fatto
dell’energia nucleare con la bomba atomica, abbia rilevato la sfida - da
samurai – di intraprendere la strada delle centrali. Più strano ancora che, dopo Fukushima, ci torni sopra.
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