domenica 17 giugno 2012





Riparte il nucleare in Giappone?

Almeno in minima parte, con la riaccensione di due reattori.  Pare che il Paese abbia superato la paura di Fukushima, per la troppa necessità che ha di energia nucleare.  Ma questa decisione è, lo stesso, incredibile.
Ciò che Fukushima ha dimostrato in modo plateale non è la pericolosità del nucleare di per sé.  E’ piuttosto l’inabilità dell’uomo a prevedere  tutte le variabili di pericolo che si possono presentare, in un immenso e imponderabile panorama di circostanze; e trovare e praticare correttamente le infinite soluzioni tecnologiche che questo implica, sia nella costruzione delle centrali sia nella loro costante manutenzione.    

L'energia nucleare potrebbe diventare la salvezza del pianeta se l’uomo riesce in questo tour de force.  Poco probabile: l’uomo non è né perfetto né onnipotente, anche se tenta di esserlo.  Questo è un primo motivo per cui  il nucleare, che ha in sé grande potenziale, può causare devastazioni,  come dimostrato a Fukushima, e prima ancora a Tchernobyl.  E’ vero per il Giappone, Paese sismico per eccellenza e  storicamente soggetto agli tsunami, dove la tragedia di Fukushima si spiega appunto con l’imprudenza delle scelte e gli errori di esecuzione.   Ma vale per qualsiasi paese dove si è creato una grande dipendenza verso il nucleare, ivi compresa la Francia, malgrado  tutte le precauzioni messe in atto.  Il secondo motivo sta nel fatto che essuna scelta è garantita a priori, nel costruire una centrale, semplicemente perché è una tecnologia che resterà sempre sperimentale. Per quante tappe si siano superate, ce ne sono sempre altre e altre ancora, e la sicurezza perfetta viene sempre rimandata avanti nel futuro.  Potrebbe essere irraggiungibile.  La cosa da non dimenticare è questa:  gli errori si riversano su cavie che sono,  in questo caso, innumerevoli.  La motivazione economica giustifica questo?  Fukushima, con l’ampiezza del disastro, sembrerebbe smentirlo. 
Per parte mia, ho sempre pensato che l’energia nucleare fosse una soluzione utile e attraente, anche perché le rassicurazioni erano innumerevoli, difficili da valutare per un profano, e nel complesso corroborate da risultati accettabili.  Dopo Fukushima, tutto è stato rimesso in questione.  Ma, ripeto , non c’è da condannare il nucleare di per sé, bensì la scarsa possibilità di raggiungere risultati definitivi.  Questo deve far riflettere.  Ed è strano che il Giappone che è stato vittima prima e unica dell’uso improprio fatto dell’energia nucleare con la bomba atomica, abbia rilevato la sfida - da samurai – di intraprendere la strada delle centrali.  Più strano ancora che, dopo Fukushima, ci torni sopra. 

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