E’ scoccata l’ora del
Grande Riformatore, Colui che caccerà i corrotti, i disonesti, i fabbricanti di
morte (gli imprenditori del settore ambiente, i produttori di OGM, di
nucleare), i banchieri, e proteggerà gli inermi, purché ubbidienti. Avete indovinato? Sì, si tratta del Grande Grillo, comico
di professione, oggi politico di vocazione, il quale ha vinto le elezioni in Sicilia (18% di 47% di
aventi diritto). Non manca di
panache, Grillo) e neanche di seguaci, i grillini, il cui nomignolo evoca quei nugoli di insetti
fantastici e piuttosto minacciosi , diavoli, forse angeli (caduti?), che
popolano le pitture di Bosch.
Grillo ne dirige il coro, con mano ferma - lo dirige, sì, non c’è altra
parola, giacché non consente loro la minima stecca, la minima dissonanza, ossia
la minima libertà.
Grillo li tiene in pugno,
i suoi seguaci e, nel preparare le elezioni legislative che lo faranno primo
ministro, ha imposto loro le regole ferree e non eludibili del suo volere
diventato Verbo. Persino il Grande
Riformatore che lo preceduto, avendo perso tutto, si siede oggi ai suoi piedi e
invoca il suo potere di taumaturgo.
Di Pietro, proprio lui - e Grillo lo ricompensa, consacrandolo Prossimo
Presidente della Repubblica, a vittoria non solo avvenuta, ma certa, scritta
nelle stelle della sua rettitudine di Grande Riformatore. Sì, proprio Di Pietro che si dibatte a
sua volta in uno scandalo di quattrini e balbetta insulse giustificazioni
davanti alle telecamere di Report.
Grillo, da comico, mi
faceva ridere. Mi fa ancora
ridere come Grande Protagonista dello scenario appena descritto. Se non fosse che questa ridicolaggine,
ricorrente nella storia del nostro Paese,
è costata cara in passato.
Ben prima di Berlusconi, con le sue Ruby e cantanti di corte, ben
prima… Perché la ridicolaggine
rilevava allora, più di 70 anni fa, e inevitabilmente anche oggi, da una micidiale prevaricazione
sui diritti fondamentali della gente in una democrazia, e in primis il diritto
di pensare. E Grillo, il grande Pedagogo, lo dimostra. L’Italia di oggi è
brutta, è disastrata, è corrotta, è incapace di disciplinarsi ma è ancora
libera di pensare. Uccidi il diritto di pensare e hai un popolo soggiogato e dunque una
tirannia. Non si scappa di lì.
Grillo è troppo ingenuo per capirlo?
Non credo. Credo piuttosto
che risponda a un impulso viscerale incontrollato che non ha niente a che
vedere con la ragione, tutto a che vedere con la vanità e il delirio di potere.
Forse l’Italia, disperata com’è, è disposta a questo oggi? E’ già successo, accidenti, non deve
ricaderci. Meglio ripensare le
proprie priorità, meglio ragionare, insomma, qualunque ne sia il costo.
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