lunedì 9 marzo 2015

Anche le civiltà devono morire?


Non si accaniscono solo contro gli individui in carne e ossa, quelli dell'SIS, ma anche contro i reperti di una delle più antiche civiltà al mondo, quella della Mesopotamia, che non appartiene solo a quelle regioni, ma a tutti noi, mussulmani e non .  C’è da chiedersi quali siano le loro motivazione.  Perché non se la prendono con gli splendidi siti islamici che abbondano in quelle regioni?  E’, dunque, un partito preso  contro tutto ciò che non è islamico?  E perché i vertici della religione mussulmana non si ribellano né alle stragi di migliaia di esseri umani inermi, né a questo ultimo scempio?  Perché non alzano una voce forte e dura contro questi selvaggi senza cuore e senza passato, che dovrebbero rappresentare solo se stessi? Perché non usano lo strumento potentissimo della Fatwa che è servito loro in occasioni assai meno rilevanti.  Quale è il loro metro di giudizio?  Che altro ci vuole perché si decidano a condannare questi atti? Così come stanno le cose, il silenzio colpevole delle gerarchie religiose islamiche di tutto il mondo è un atto di connivenza che sancisce le azioni dell’ISIS.  Sancisce questa ossessione della morte e della distruzione e convince il resto del mondo che l’islam è questo, solo questo.  E che non solo l’ISIS, ma l’Islam tutto va combattuto.
Si va quindi di male in peggio. 

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