mercoledì 4 luglio 2012





Non sempre c’entra l’imponderabile

Sarebbe troppo comodo spiegare tutto così.  In Siria, le cose si spiegano diversamente.   Si spiegano per la selvaggia volontà di potere del Regime.  E’ da tanto che osservo con smarrimento la situazione siriana, al punto di non trovare i pensieri per pensarla e le parole per commentarla.  Capisco le ragioni geopolitiche della Russia e della Cina, e anche dell’Onu e dei paesi occidentali. ma c’è anche un punto di non ritorno da valutare.  Ed è valutabile nel numero insostenibile di torturati e di morti, da quando è cominciata la rivolta siriana.  C’è un punto in cui si deve dire basta.  Come fermare questa strage, non lo so.  Giustamente, in Occidente, non si vuole un altro intervento militare costoso e dagli esiti dubbi.   Ma quale altra soluzione a questo punto, se la Russia e la Cina continuano a sostenere un regime genocida e a prolungarne la vita a dispetto di ogni regola di convivenza?  Hitler non sarebbe stato sconfitto se l’Inghilterra non avesse preso il toro per le corna.  La Siria ha il più  importante tesoretto di armi chimiche esistente oggi.  E’ un autentico pericolo per la propria popolazione, per il Medio Oriente e per via di conseguenza per il mondo.  Ci vogliamo pensare.

martedì 3 luglio 2012


L’imponderabile
Ho sempre temuto l’imponderabile
L’imponderabile si presenta come un insieme di circostanze ineludibili e concomitanti, fatte di irrazionalità, d’imprevedibilità e/0 di leggerezza che si mette in atto in un evento o in una mente, cambiando il corso della storia o di una o più vite vita umane.  E’ più forte del destino ineluttabile, come viene percepito nella cultura popolare, ne diventa  detonatore, quando entra in gioco la distrazione dell’uomo.


L’incontro tra un piccolo e mediocre giovane -  senza un soldo e senza un futuro nell’Austria alla vigilia della prima guerra mondiale, che passa il tempo a disegnare i palazzi della sua città ma non ha abbastanza talento per imporsi - e qualche ebreo hassidim in caftano, con il naso adunco e i lunghi riccioli, figure che spiccano nella società austriaca, ne sono un  elemento tanto estraneo da essere considerato pericoloso.    Poteva non avvenire.  E’ avvenuto con le conseguenze che sappiamo.  Avete indovinato di chi si tratta.


La Bastiglia nel 1789.  Non custodiva quasi nessun detenuto.  Era una fortezza in disarmo.  Ma nell’immaginario popolare (più che in quello nobiliare, seppure i nobili fossero i frequenti residenti della Bastiglia), rappresentava la forza negativa del dominio reale, sin dai tempi delle “Lettres de Cachet” di Luigi XIV.   La presa della Bastiglia fu un evento simbolico, senza alcuna valenza prammatica. Eppure fu il momento iniziale di una rivoluzione.  Poteva non accadere, non era necessario che accaddesse. Ma perché è accaduto, tutta una lunga storia, dalla Rivoluzione francese alla marxismo, al comunismo, è ugualemente accaduta.  Con i risultati che sappiamo.


Una catena di piccoli errori di manutenzione, non necessariamente voluti o in mala fede o commessi per motivi strettamente economici, vista la rigida regolamentazione nella UE e negli Stati nazionali:  distrazioni che si esplicitano nella tragedia di Viareggio di tre anni fa.  Perché ?


Un cd maneggiato con uguale distrazione da un autista alla guida di un pullman carico di bambini in un tunnel.  Un persona sicuramente professionale e attentissima.   Lo schianto c’è stato, imprevedibile e devastante.


Di esempi così che ne sono tanti.  Come fare a disarmare l’imponderabile?  Non si può.  Neanche le predizioni di Nostradamus possono niente contro l’imponderabile.  Solo la saggezza dell’uomo, quando  c’è, può metterla in conto, una percentuale sconosciuta delle sue azioni le quali non sono mai senza conseguenze.    Le azioni umani non sono mai senza conseguenze.  Questa è la lezione da trarre, e la può trarre un manutentore, un autista, un futuro dittatore sempre che ne abbia voglia, un uomo qualsiasi.  Basta che lasci la sua casa al mattino pensando “non voglio fare danno a nessuno”.