lunedì 17 gennaio 2011

Resisteremo!




Riguardo al fascicolo appena aperto dalla Procura di Milano contro Berlusconi per aver molestato la minorenne Ruby o avere abusato di lei nella sua casa di Arcore, gli avvocati di Berlusconi sostengono che è stata commesso una grave infrazione alla privacy di Silvio Berlusconi.
Non si può essere d’accordo:  sia perché la vita personale (e economica) del Premier dovrebbe essere un libro aperto, sia perché la sua residenza di Arcore non gode di particolare immunità.

Detto questo, osserviamo che:
1)   Con la sentenza sul legittimo impedimento, la Corte Costituzionale ha dimostrato la sua forte politicizzazione:  un po’ + di ½ per una parte (la sinistra), un po’ - di ½ per l’altra (la destra).  Questo va contro il suo dovere assoluto d’imparzialità. Non è stato considerata la sostanza fino in fondo, solo gli interessi di parte.  La sostanza sarebbe stata di soprassedere fino alla fine del mandato Berlusconi, mettendo sul piatto della bilancia l’opportunità di attaccare un’importante istituzione dello Stato, con gravi danni non solo alla sua funzione di governo, non solo all’immagine internazionale del Paese, bensì alla centralità democratica di questa istituzione.  Così si è solo praticato il famoso “nì”, fonte di confusione inestricabile.
2)   Ci risiamo, con la chiamata dei giudici milanesi sul caso Ruby.  Ed era prevedibile visto il rischio di prescrizione per Berlusconi in alcuni processi, derivante dalla sentenza ultima della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento.  Infatti, sul caso Ruby, i giudici milanesi si sono espressi seduta stante, con un fascicolo che a oggi ha già raggiunto 360 pagine, a quanto dicono le news varie e variegate.

La prescrizione è una brutta faccenda in assoluto, tranne per il fatto che la magistratura con le sue lentezze ne è spesso responsabile.  Neanche nei vari casi Berlusconi, così vicini al suo cuore, è riuscita a essere efficace, immaginarsi nel caso dei poveri diavoli che attendono un responso da anni e anni, forse anche a causa di tutti i procedimenti contro Berlusconi che occupano la magistratura fino allo spasimo. 
Altrettanto brutto, tuttavia, è fermare la vita di questo Paese e del suo governo con ulteriori procedimenti che rischiano di finire nel nulla, com’è già accaduto (vedi la pagina di Wikipedia su Berlusconi).  Non è più tempo di ruzzare.  Né è più tempo di gridare “Resisteremo!” come fecero i magistrati milanesi, durante la vicenda Tangentopoli, convinti com’erano di governare molto meglio il Paese di chiunque altro.  


La magistratura è necessaria, è di un’utilità inconfutabile, ma farebbe bene a stare fuori dalla politica.  Per il bene della democrazia.  Ma ancora non ha imparato la lezione.   Il fatto che i magistrati possano liberamente passare dalla loro professione alla politica, mettendosi semplicemente in aspettativa ne è segno deplorevole.  Il piede in due staffe:  troppo semplice, e poi si grida al conflitto d’interessi.  In ogni caso, non è compito della magistratura mandare i governi a casa.  Fino a nuovo ordine a farlo sono gli elettori, le camere, il Presidente della repubblica. Altrimenti la democrazia è davvero a rischio.

Berlusconi è un personaggio dubbio (seppure dotato di grande resistenza:  (+ di 100 procedimento a suo carico!) .  Soffre del vizio d’impunibilità di tutti i principi.  Ma mentre lui passerà, inevitabilmente, rischiamo di trovarci sul groppone per sempre una corporazione di magistrati sempre più forte, fuori dai solchi istituzionali legittimi e quindi invasiva per il sistema democratico. 
C’è da riflettere molto seriamente.

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