domenica 10 giugno 2012



Non è un sudoku

Non si  può andare a tentativi, cambiando i numeri qua e là per fare tornare le righe e le colonne.  Intanto, perché così non tornano mai.  Chiunque fa i sudoku lo sa.  Non si può mettere a casaccio un tanto percento in più sulle accise o sul prezzo benzina o sull’IVA, un tanto di IMU in più sulla prima, la seconda, la terza casa (quanto, non lo sa ancora nessuno).  Ci sono dei parametri inamovibili:  il debito, il PIL, la recessione, la disoccupazione, e più in generale il disorientamento, la povertà, la disperazione dilagante.  Sono la conseguenza, non dell’incapacità e della voracità delle aziende, non della disonestà generalizzata dei contribuenti, bensì del fatto che la classe politica (in disarmo), la burocrazia (ridondante e dilagante), e il governo tecnico ( a questo punto inutile) si accaniscono a giocare a questo sudoku infernale, senza riuscire a infilare a diritto le righe e le colonne. Così i conti non torneranno mai e le tasse continueranno ad aumentare.  Non c’è un sistema migliore di governare un Paese?

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