mercoledì 8 giugno 2011

La notte è lunga



La notte è lunga.  Sarà il troppo fumo che impedisce il sonno oppure il divario tra il corpo in senescenza e la mente da quindicenne.  I fantasmi della mente si risvegliano come una vendetta davanti agli occhi spalancati e si agitano.  Paure.  Una fra tante, questa notte.
Inutile. Resto ancora di quell’idea.  Anni fa l’articolo per Domus sui libri.  Scrissi che preferivo il libro stampato, compagno della vita, sugli scaffali di casa e nelle librerie.  Avrei dovuto scrivere che lo preferivo a ogni alternativa tecnologica, web, e-mail, e-book.  Sarebbe stato meno romantico e più vero.  I libri possono bruciare, o bagnarsi o disperdersi, uno alla volta però, o intere biblioteche, nei falò delle rivoluzioni, delle inquisizioni.  Ma non tutti i libri di tutto il mond0 , dacchè esistono i libri e il mondo. I libri si ritrovano nelle soffitte, negli scavi archeologici, in qualche polverosa biblioteca di provincia. I Pc, invece, si guastano o diventano obsoleti, le diskette diventano illeggibili, o perché è cambiato il sistema o perché invecchiano.  Gli indistruttibili CD si danneggiano, eccome.  Ho perso così decine di racconti che avrei dovuto stampare.  Che ci voleva?   C’è il rischio che non resti più niente.  Di qualunque traccia scritta, mia, tua, sua, di un’intera epoca, di un’intera civiltà.  Questi strumenti hanno un certo limite oltre il quale più nessuno li sa leggere.  Bisognerebbe essere accorti sempre, e quando si è ancora in tempo, versarne i contenuti in contenitori più avanzati, computer o chiavette usb o memorie esterne.  Un lavoro da Sisifo, giacché la tecnologia non garantisce un attrezzo indistruttibile e  neppure l’uomo una memoria eterna.  I bisnipoti che trovassero un memory stick in qualche cassetto lo considerebbero un oggetto indecifrabile?  Uno scrigno di scienza o di letteratura, di ricordi? Se non sanno cos’è?   Se non hanno uno strumento per aprirlo?

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