sabato 1 giugno 2013

internet, che passione...







In inglese si dice the Net, in italiano la Rete, nome appropriato come non mai.  In questa rete siamo caduti tutti, prigionieri per sempre.
A suo tempo, alla fine degli anni Novanta, quando scrivevo il Libraio di Amsterdam, Internet mi è stato utile.  Ci ho raccolto molte informazioni di corredo, mai quanto quelle che mettevo insieme in lunghe e felici ore alla BNF o dalla lettura dei molti libri che compravo. 
E’ finita da tempo l’avventura del Libraio e, oggi, internet con tutti i suoi social networks, è diventato per me un luogo di follia. Mi manda in crisi.

Con Facebook dove sono iscritta da anni, non riesco a cavare un ragno dal buco, semplicemente perché non ho mai avuto il tempo di acquisire la giusta expertise.  Non ricordo la password, la cambio, poi non mi riconosce più nessuno, non riesco a commentare, a rispondere, non so come nascono queste amicizie che mi vengono richieste  da persone sconosciute, non vedo le foto che mi mandano i miei figli e nipoti, i links interessanti che mi mandano gli amici.  Scoraggio tutti.   Lo stesso vale per Linkedn dove sono rimasta iscritta non so come, forse grazie a qualche amico/amica che me ne vantava i vantaggi professionali.  Anche lì, quantità di chiamate e d’inviti ai quali non posso rispondere 1) perché non so chi sono, 2) perché la password mi sfugge e se la cambio, non mi riconoscono loro.  Poi ci sono le offerte di servizi, le richieste di coordinate bancarie per vincite fasulle, e una quantità impressionante di spam in cui i messaggi legittimi e utili  annegano per sempre.

Ultimo in crono, lo spam di “referal” , nella fattispecie un gruppo di indiani (veri, che fanno anche gli indiani) di Mumbai, titolari di siti pornografici.  Appaiono con un nome altisonante e attraente sulle stats:  Topblogstories, al quale è difficile resistere. S’intromettono ripetutamente nel mio blog come lettori.  Ho avuto la curiosità di vedere chi sono.  Fortuna che non ho cliccato sul link che appariva nelle mia stats.  Gli ho cercati su Google, dove sono venute fuori pagine e pagine di proteste.  Un bloggista italiano in Tailandia è riuscita a scovarne persino la foto di gruppo.  La spiegazione che danno nei forum è che questa gente riesce a incrementare i collegamenti e le capacità di acquisire pubblicità a pagamento sui propri siti ogniqualvolta un bloggista clicca direttamente sul loro link.  Nessuno sa dire con certezza se questi indiani possono fare danni.  Cose che, neanche nella più lontana immaginazione, potevo immaginare.
Internet mi diverte e mi interessa a volte (wikipedia), le più volte mi esaspera.  Ormai mi ci sono impigliata senza scampo. Non c'è niente da fare.


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