martedì 26 novembre 2013

Gli Intoccabili

           

              

Non nel senso di paria dell’India e delle sue caste, tutta’altro. 

Intoccabili perché irremovibili, non punibili, non licenziabili.  Chi sono?  Sono gli statali italiani di ogni livello.
Questo stato di assoluta eccezionalità consente loro una protezione blindata in termini economici.
Consente la loro proliferazione senza limite in termini clientelari.
Consente loro di stare fuori da ogni regola meritocratica e quindi il  quiete vivere  in tutti i sensi:  uscieri che vagano a frotte nei corridoi delle istituzioni, ferrotranvieri, vigili urbani, addetti sanitari, ben pagati e sicuri  del loro destino, qualunque cosa facciano o non facciano. 
Numerosissimi: sarebbero in larga parte ridondanti in un sistema che funziona. 

E poi parlamentari che godono d’immensi privilegi fino alla morte, e lasciano spesso le aule semi-vuote perché hanno altro da fare, di più lucrativo o  di più divertente. Magistrati che non devono rendere conto a nessuno delle lungaggini che provocano e degli errori che commettono, e procedono tranquilli sull’autostrada dell’anzianità.  Di esempi ce ne sarebbero tanti. altri  Uno fra tanti: il capo dell’INPS che, secondo la graduatoria  dell’OCSE, è primo in lista dei più pagati funzionari pubblici del mondo, con $ 650000 l’anno.   

Tutto ciò a scapito del buon funzionamento della cosa pubblica e della tasca del contribuente, mal servito, ignorato, spesso maltrattato e comunque super-tassato.  Considerato inesistente dagli Intoccabili.

A fronte, i dipendenti del privato i quali sono  anche loro molto protetti dalla vigente e inossidabile cultura garantista, ma vivono per forza gli alti e bassi delle proprie aziende e devono dimostrare la propria efficienza in un ambiente competitivo.  Licenziabili loro,  seppure con tutte le garanzie del caso.

Non si tratta di equiparare il secondi ai primi, bensì l’esatto contrario.  Alcuni principi dovrebbero essere inderogabili per entrambi, per chiunque, senza eccezione:  l’equità, la responsabilità, la meritocrazia, l’efficienza.  Tutti parametri che possono assicurare il buon funzionamento del sistema Italia e la sua crescita.
 
E’ evidente:  chiedere alla politica di cominciare con togliere la non-licenziabilità dei dipendenti statali, è come chiederle di rinunciare al  proprio vivaio clientelare e elettorale, oltre che alle comode poltrone.  E’ chiederle di scalare l’Everest, o di fare hara-kiri.  Non lo farà.




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