Sì, stiamo scrivendo una bruttissima pagina della storia d’Italia,
questa che chiude la vicenda di Silvio Berlusconi.  Una storia scritta a più mani, tra politici di parte, magistratura
di parte, attori economici di parte, media di parte,  diritti acquisiti di parte, tutti potenziali accusati - e forse
condannati - nel grande libro di storia.  Difficile dire se la storia
sarà sepolta sotto le macerie, speriamo di no, speriamo che prima o poi emerga
la verità, o qualcuno che la racconti, basta un uomo solo, come diceva Hannah
Arendt.  Succede anche questo.  Ma intanto è il Paese che
sta per essere sepolto e non se lo merita. E’ il grande perdente. 
Non mi è mai piaciuto Berlusconi.  Ma un gioco al massacro così è imperdonabile, tanto più che scrive
la cultura politica dell’Italia per molti anni a venire.  Storia di risse, di vendette, d’incapacità, d’indolenza,  di irresponsabilità,  e di assoluta mancanza di
rispetto verso il Paese reale. Storia che per anni ha riempito i giornali e la
TV fino allo spasimo, e grazie a loro ha stabilito un precedente
micidiale.  Ed è tanto più imperdonabile che nessuno, proprio nessuno, dei
protagonisti in campo è ed  è stato immune dalla
corruzione, dallo spirito di casta, dall’attaccamento ai privilegi e  dalla pratica del secondo fine.  Ma, siccome focalizza su di sé l’odio generale, Berlusconi sta
pagando per coprire tutti gli altri i quali,  mai e poi mai, saranno chiamati a rispondere. 
Dobbiamo provare vergogna.  Ci vuole un uragano per
spazzarla via.  Ma li uragani non sono mai una buona soluzione, se non di
distruzione.
 
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