giovedì 25 settembre 2014

Churchill vs Hitler




L’ISIS è il grande nemico oggi, come Hitler ieri.  Stessa volontà di potenza e di supremazia, stesso utilizzo di mezzi di sopraffazione e di terrore per soggiogare le popolazioni, stessa crudeltà nel fare fuori i nemici presunti, da Foley fino a Hervé Gourdel.  E, come Hitler, non si fermerà fino a che non raggiunge lo scopo o fino a che non viene fermato.

In pochi mesi, L'ISIS si è appropriato di un terzo del territorio iracheno e di un terzo di quello siriano che sta governando con il pugno di ferro e con la Shariah. Si è impossessato di campi petroliferi che sta sfruttando alla grande, ha depredato le banche dei territori occupati.  Ha tutti i soldi di cui abbisogna per armarsi fino ai denti.

E va avanti… con il sostegno di molti mussulmani e anche di molti seguaci di origine europea e (forse) mussulmana.  Va avanti anche con il consenso dei mufti dei paesi islamici, giacché nessuno di loro ha alzato la voce contro le barbarie che essa sta commettendo.  Non uno, seppure l’Islam praticato dall’ISIS è di natura prettamente politica e niente ha a che vedere con la religione islamica.  E questo silenzio delle autorità religiose mussulmane presuppone che sono d’accordo sia con i suoi mezzi sia con la sua volontà  di predominio.  L’unico gruppo che si oppone, con un blog britannico dal titolo “Not in my name”, è piccolo e sparuto e anche… molto coraggioso, avendo pubblicato le foto dei propri membri.

L’Occidente, per adesso, continua nella sua posizione di attesa.  Qualcosa sta facendo, cercando di non sporcarsi le mani, di non attirare critiche, di non scoraggiare gli alleati mussulmani.  Politica.

Ma la politica non basta.  Churchill lo ha dimostrato, guidando e vincendo il conflitto contro Hitler dal 1940, anche se portando il proprio Paese allo stremo e l’Impero britannico allo sfacelo.  Non poteva fare diversamente.  L’Occidente oggi è nella stessa situazione.  Non può fare altro che combattere l'ISIS fino in fondo.  Se ne deve convincere.

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