martedì 26 marzo 2013

La pietra tombale del governo Monti, ossia i due fucilieri





Niente è apparso più ridicolo e più disdicevole nelle azioni del governo Monti come la vicenda dei due marò italiani, soldati ineccepibili che hanno sempre ubbidito agli ordini:  Tornate per Natale, ritornate là , tornate per le votazione, restate qui (gesto di timidi che, d’un tratto, hanno preso il coraggio a due mani  in modo aggressivo), poi repentinamente no, tornate là…  Gli indiani hanno detto che non rischiate la pena di morte, hanno dato garanzie.  Non è vero niente, non hanno dato alcuna garanzia.  E seppure fosse vero:  la pena di morte no, magari l’ergastolo (possibile), oppure 30 anni (probabile).  E se poi dessero loro solo dieci anni, il governo Monti si compiacerebbe:  questi indiani sono proprio bravi, solo dieci anni…  In un carcere indiano, rendo l’idea?

Dieci anni per aver difeso la nave in acque internazionali infestate da pirati (i quali non ce l’hanno scritto in fronte di essere pirati).  Bella ricompensa.  Oggi sono prigionieri nell’ambasciata italiana, extraterritoriale, insieme all’ambasciatore, ostaggio dell’India.  Cose mai viste…

Bé, Monti ha sempre dimostrato di essere il primo della classe quanto a regolamenti nazionali e UE.  Compassato, sicuro di sé.  Ma è sempre stato un semplice valletto al servizio non dell’Italia, ma della UE.  Quella sua boria di uomo prescelto, però , si è dissolto nel ridicolo dei suoi risultati elettorali (e chi se ne frega), ma ora in questa tragedia.  Potrà andare a raccontarla in parlamento, ma i fatti parlano chiaro.  I suoi atti sono degni degli “ignavi” di Dante e oggi pesano come una pietra tombale sul suo inutile e dannoso governo. Nessun italiano potrà perdonare la vicenda dei marò, comunque finisca, e non finirà necessariamente bene.

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